Tutto il Rinascimento e non solo è stato affascinato da un numero molto particolare che ha avuto più nomi nel corso dei secoli: numero aureo, proporzione trascendentale, numero divino, divina proporzione. La proporzione era una delle cose più importanti nell’arte del Rinascimento e riguardava persone e cose. Questo numero, ottenuto sia attraverso una costruzione geometrica, sia tramite una serie di numeri in un certo rapporto tra di loro (la successione di Fibonacci) è stato denominato ? e vale 1,6180339887…
Ciò che affascinava i matematici e gli artisti dell’epoca era il fatto di trovare questa proporzione in natura, compreso il corpo umano, ma anche il fatto che questo numero aveva delle proprietà matematiche sorprendenti. Fu questo che lo fece pensare come una chiave di lettura dello stesso creato e da qui la definizione di “divina”.
Tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 Luca Pacioli, insieme a Leonardo, fu il maggiore responsabile dell’ingresso di questo numero nel mondo dell’arte. Nel suo libro De Divina Proportione Luca Pacioli scrive: Mi sembra, o Eccelso Duca, che il titolo conveniente al nostro trattato debba essere La Divina Proporzione, e questo a causa del gran numero di somiglianze che trovo in questa nostra proporzione, di cui si tratta in questo utilissimo discorso, che sembrano effettivamente corrispondere a Dio. Per il nostro proposito sarà sufficiente considerarne quattro, tra la tante …
Il libro è interessante e può essere seguito anche da non esperti di matematica. Oltre alla spiegazione matematica ci sono delle sezioni che riguardano il rettangolo e il pentagono aureo, il rapporto tra questo numero e la bellezza e perfezione nell’arte, ovvero la sua applicazione nella pittura e nell’architettura, dove si ritrova nella natura. È un viaggio da fare.